Doreen Kay

(UGO MORETTI, Il Poliedro, anno II, No 8-9, Roma, 01 September, 1965, p. 37.)

— by UGO MORETTI

Cosi sei rimasta tra noi, Doreen, come desideravi e adesso sei certa che nessun evento ti strappera, da Roma, la tua cittá, dalla tua casa, dal cuore del tuo uomo e dal nostro ricordo. Sta tranquilla, Doreen nel giardino pieno di marmi e d'alberi e di rondini dove ti abbiamo lasciato, per noi tu hai semplicemente cambiato indirizzo, e abiti ancora nella tua strada, a via Margutta dove avevi scelto di vivere accanto all'uomo che amavi nella sua calda protezione e nell'amicizia dei suoi amici. Non aver paura cara, tu sei qui accanto ad Amerigo come dal primo giorno che sei venuta tra noi, sorridente e attenta e gentile, con i tuoi gesti timidi e precisi, con it tuo sguardo franco e la tua voce pulita, con la tua giovinezza piena di pensieri. Ora te lo possiamo dire Doreen: avevamo tutti un po' di soggezione di te perche eri tanto chiara e aperta, tanto disarmata e coraggiosa nel tuo amore che ciascuno di noi temeva di deluderti o di ferirti a causa del nostro modo di agire e di parlare, turbolento, incauto, disincantato. Tu invece eri ricca di ducia e di certezze, anche se la tua intelligenza ti portava ad alzare tra it presente e it futuro foreste di problemi e muraglie di dubbi. Ma tu non ti spaventavi, passavi attraverso gli intrighi dell'ignoto senza sapere che l'ultimo invalicabile muro era cosi vicino alla corsa del tuo destino, con l'energia del tuo meraviglioso amore. Benché tu sia stata tra noi per un tempo cosi breve che potrebbe sembrare la durata di una favola, in realty eri e sei definitiva nel nostro mondo perche hai saputo amare come e raro, difficile quasi incredibile amare con tale purezza spirituale e con una cosi prof onda fiducia. Ti ringraziamo. Doreen, perche merce tua abbiamo visto con i nostri vecchi occhi pieni di stupore una creatura umana capace di dare senza chiedere, di esistere, agire e pensare soltanto e completamente per it suo amore. Addio, Doreen, ti vogliamo bene